martedì 9 marzo 2010

Alter-ego (per Fre)

(In risposta alla Fre: http://wannabefre.wordpress.com/2010/02/11/nei-panni-di-episodio-1/#comments )

E’ matematico. Quando tu sei in ritardo, il tuo treno è PUNTAULE. Guidato da guardie svizzere che volutamente non hanno fatto oliare i freni perchè tu, dalla parte opposta della stazione, in coda per il biglietto, possa sentirne l’agghiacciante stridio, seguito da una serie di “Mavvaff…!” degli aspiranti passeggeri dietro di te.
Ma oggi ho intenzione di scrivere una mail alle Ferrovie. Settore Risorse Umane. Passino i controllori-mastino, passi l’aria condizionata guasta e i finestrini bloccati e passino anche i 10 cent d’aumento trimestrali, ma: Cazzo! Questa cretina chi diavolo l’ ha assunta? Voglio dire, credo che CINQUE minuti per un dannato abbonamento siano un tantino troppi, no? Nella sua divisa di due taglie più grandi, viola melanzana che, per altro, le dà un non so che di epatite B, curva sulla tastiera che è sempre la stessa da generazioni, ma che lei ancora deve studiare dettagliatamente, mica che la M di Milano gliel’han spostata per scherzo e, come se non bastasse, quell’aria di sufficienza che sembra voler dire a-me-che-me-ne-frega-che-è-tardi? Ahò! Ma cretina di una decerebrata, vedi che se non ti dai una mossa io…
-Buonasera!- cerco di essere il più gentile possibile e sfoggio il più affabile dei sorrisi, ma niente. Ha lei il potere, ora.
-Dica.- Probabilmente il tono-mastino è da accordo sindacale, ma io, superiore, fingo di non farci caso.
-Un mensile Cesate-Milano, per favore.-
-Cesate?-
-Sì, Cesate-. E comincia a digitare.
- C-E-S-A- … – Ussignur! – …per…?! -
“Mi prendi per il culo?” – Per Milano!- rispondo, gettandole col pensiero i peggiorni insulti che mi vengono in mente.
- M-I-L-A- … – il ticchettio sulla tastiera sembra interminabile e scatena in me un odio viscerale che da un momento all’altro potrebbe abbattersi sulla strega maligna dei treni.
-Allora, Cesate-Milano, mensile. Tesserino? – è risorta, finalmente.
-A lei!- rispondo, visibilmente spazientita.
E intanto sento dietro di me alcuni “mavvaff…!” e numerosi sbuffi, ma cerco di non curarmene. Comincio piuttosto a immaginare venti persone in rivolta che si lanciano addosso alla cretina dall’altra parte del vetro e innalzando il monitor del computer come trofeo urlano “ANDIAMO A CASAAAA !” – “SIIII !!! ” e applausi, ovazioni, cori di ogni sorta e…
-Trentottoeuroequaranta. – La voce della permanentata mi riporta alla realtà e velocemente le allungo due banconote da 20 dalla finestrella sotto il vetro-proteggi-sputacchi.
- Quanranta centesimi? – Che faccia tosta.
-Non li ho, mi dispiace! – Mi spiace un cazzo! Non li ho sti maledettissimi 40 centesimi che ti ostini a chiedermi ogni fottutissimo mese da un anno a questa parte! Altrimenti te li farei mangiare, ci puoi scommetere, va bene?
-Va bene! – Oddio, mi legge nel pensiero! -Allora, l’abbonamento… – Lanciando la preziosa tessera magnetica che scivola a terra e, chinandomi per raccoglierla, PEM! Porca putt…! Sbatto la fronte contro lo spigolo del davanzale del gabbiotto. Perchè ’sta stazione, questo girone infernale, crollerà pure a pezzi, ma il davanzale di granito, quello no, non potevamo proprio farcelo mancare! Comunque, faccio finta di non sentire le risate che si trattengono a stento dietro di me e con noncuranza raccolgo il mio abbonamento e lo infilo nel borsello con un leggero ma persistente formicolio sopra il sopracciglio destro. Ridete, ridete. Tanto siete voi i prossimi.
E poi, davanti a me, una montagna di tintinnante monetine e la voce della pazza: – Dieci -TIN, venti -TIN, trenta -TIN, quaranta -TIN… -
Ancora un minuto e giuro che sbotto. Davvero. Le mani mi prudono e sento gli occhi inniettati di sangue.
- Dieci -TIN, venti -TIN, trenta – TIN, quaranta -TIN … -
Guardo spazientita l’orologio, ma con un gesto esageratamente teatrale, perchè tutti possano vedere che in realtà la VITTIMA sono io. La prigioniera. Del tempo. E della rincoglionita.
- Ecco!-
-Grazie e arrivederci! – Esulto quasi, quando riesco finalmente a liberarmi dalla morsa tirannica della quint’essenza della cattiveria.
E ora, ora, ” Corri! Corri più veloce che puoi ! Ce la puoi fare!” mi ripeto in maniera ossessivo-compulsiva. Coooorriiiii !
“iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiihhhhhhhhhhhhhhhh !!!!!!!!”
Mavvaff…!

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