venerdì 10 dicembre 2010

What a wonderful World

Quando le parole non bastano più, perchè le hai usate tutte.
Quando ti rendi conto che invece qualcuno ancora non vede l'ora di sentirle. Di ascoltarle.
Quando ti accorgi che le cose importanti sono altre.
Quando scopri che la vita è fatta davvero a scale, e c'è chi sale e c'è chi scende. E c'è chi va, e c'è chi resta.
Quando vuoi lasciar perdere, perchè sai che è giusto così.
Quando decidi di accontentarti della frivolezza.
Quando non vuoi più aspettare, che vuoi tutto e subito.
Quando pensi di essere una persona qualunque, e invece qualcuno ti fa notare che così non è. Perchè è con te che sta parlando.
Quando dici cose che non vorresti mai dire, che fanno male più a te che al mondo. E, cazzo, le devi dire lo stesso.
Quando prendi il coraggio a quattro mani.
Quando viene riconosciuto il tuo lavoro.
Quando vieni riconosciuto come persona che non si accontenta.
Quando vai più in là, finalmente, perchè è lì che hai sempre voluto stare.

La verità, forse, è che ti devi ritenere un privilegiato.
Perchè è già molto far sorridere qualcuno.
E farlo, anche solo per attimo, farlo sentire meglio.
Totalmente incondizionatamente.
La sfida.
Eccomi, sono qui.
Ho portato lo spazzolino da denti.
Non me ne vado.

lunedì 29 novembre 2010

Dove faccio sedere il Grinch?




Per sentire un po il clima natalizio, mi sono fatto una giro di ricognizione al viridea. Per chi non lo sapesse, è praticamente il giardino di Babbo Natale. Con tanto di renne, trenini e palle di ogni sorta.

Ok. Il Natale, a quanto pare, quest anno farà schifo, se il buongiorno si vede dal mattino. Anche io, come tanti, mi son detto massì è presto ancora, ma a quanto pare il mondo intero non la pensa allo stesso modo.

Vabbè.

E quando si dice riscoprire il vero significato del Natale... beh, io direi di non averne bisogno. Il significato vero già lo conosco.

Regali e cibo. E amici.

E ognuno di questi, dovresti sceglierli al meglio, mica da servire il salmone avariato e fartelo andare di traverso. Mica che scegli una teiera per il tuo amico rocker. O mica che ti porti in casa uno che manco conosci.

Mi sa che quest anno il Natale me lo vivo così come è arrivato. Inaspettato e non sentito.

Devo solo decidere dove far sedere a tavola il Grich.

venerdì 15 ottobre 2010

Scacco matto





Sono tornato.

Sono tornato perchè ho qualcosa da dire e qualcosa da ascoltare. Da capire.

Sono tornato perche non voglio rinunciare a quella parte di me che scalpita e si dimena perchè sa.
Conosce ogni singolo frammento di me, quello che è stato, che è e quello che rappresenta.
La fatica della conquista, la spinta del risultato, la bellezza del viaggio, la soddisfazione di stringere le cose a te più care.

Non so voi, ma la mia peggior nemica è, da sempre, la paura.
La pigrizia, al secondo posto.

E la paura di esser pigro, che può sembrare una tautologia bell' e buona, ma è la pura verità:
come puoi sperare di correre, lottare, lavorare, amare, sperare, perfino ridere, tutto. Tutto è impossibile per il pigro.
La paura ti porta verso l'oblio e prima che te ne renda conto sei imprigionato in barriere che ti sembrano così robuste, così alte, così invincibili.

Ci si guarda indietro e si sorride a quel che è stato. Perchè l'idea del futuro è la cosa eccitante.

Discorsi sconclusionati che non dicono nulla ai più, e comunque poco ai pochi.
Basterebbe così poco...Ma non chiedo. Non dico. Non vedo. Non voglio. Non più.

"Infine, voglio ringraziare tutti coloro che, in un modo o nell'altro, sono entrati nella mia vita.
In ognuno trovo ogni giorno la gioia di vivere e la grinta per continuare a costruire ciò che sono e, con determinazione e coraggio, ciò che desidero essere. "

Ed è la nota conslusiva dei ringraziamenti della mia tesi. Non la sputtanerò.

Sono tornato.

lunedì 26 luglio 2010

E mò basta, però!




Ognuno dovrebbe capire da sè quando è il momento di piantarla.

Piantarla di bere, fumare, mangiare o dormire.

O semplicemente di rompere i coglioni.

Voglio dire, necessariamente la vita, che piaccia o no, conduce su strade fittamente intrecciate con persone della peggiore specie.
Quella gelosa, quella che se ne sbatte. Quella che te la dà, quella che piuttosto ci pianta il basilico. Quella che sa quando è ora di smetterla, e quella che proprio se non le tiri un cartone non la capisce.

Che poi io sono per la non-violenza, ma sono davvero disarmato nei confronti di tanto masochismo che porta solo tanto, tanto, tanto amaro in bocca.

E' così bello tornare a casa a mento alto, che io proprio non ci voglio rinunciare.

Allora, dove l'ignoranza parla, l'intelligenza sorride in silenzio. E gode.
Certo non è il mio caso, io faccio la parte dell'ignoranza, in questo caso.

Certo sono acido. Certo sono cinico.

Certo. Sono insopportabile.

sabato 29 maggio 2010

Odio le Bugie



Odio le Bugie.

Odio le bugie non tanto perchè da piccolo mi terrorizzava l'idea di assomigliare a Pinocchio o perchè la Maestra mi sgridava ogni volta che ci provavo.
Odio le bugie per altri motivi, primo tra tutti che NON sono assolutamente capace di raccontarle. Ricordo che tempo fa, quando ci provavo, cominciavo a balbettare in maniera assolutamente imbarazzante e diventavo così rosso da non lasciare spazio ad equivoci.

Odio le bugie perchè non ho assolutamente nulla da nascondere.

Perchè mai, dico io, dovresti fingere di aver detto o fatto, o, peggio ancora, di non aver detto o fatto, se sei assolutamente certo di come sono andate realmente le cose?

Una cosa odio più delle bugie: le Bugie tra Amici. Decisamente al primo posto sulla lista nera dell' Odio.

Chi ti ama, non ti giudica, si dice. Ma chi se ne fotte?! Giudicatemi pure, ma solo per la lampante verità.

Quando sarò costretto a nascondermi dietro una bugia, mi vergognerò, prima che per la bugia, per quello da cui cerco di nascondermi.

venerdì 28 maggio 2010

Amo Milano



Amo Milano.


La mia città.

E senza alcun dubbio, questa è la zona di Milano che amo di più.

E' pur vero che Brera è una delle poche zone di Milano che non ricorda per niente la reale Milano e, quindi, può darsi che in realtà io non ami affatto Milano.
Comunque, cicciona cotonata che mi ha appena fregato il parcheggio a parte, questa è per me un'isola felice in cui il tempo si ferma e, finalmente alleato, ti permette un sorriso in più, un sospiro nostalgico delle lunghe passeggiate d'agosto e di entrare in una dimensione in cui ciò che conta davvero, almeno per un po', è la tua vita. Geniale.

Trovo parcheggio e, dato che mancano solo 50 minuti alla mezzanotte, decido che non pagherò. Direi che l' Ecopass sovvenziona già abbastanza i grassi pranzi dei consiglieri comunali.
Scendo dall'auto e, pur sapendo cosa aspettarmi, ogni volta rimango qualche secondo senza fiato a osservare il Piccolo Teatro illuminato, con le sue locandine appese alte che sanno di storia, spettacolo, emozioni e vita.
Immagino la serata della Prima con tanto di sciure milanesi in lunghi abiti neri e i loro cavalieri in abiti scuri dall'aria seria e intelligente, magari con un barboncino bianco nella LV e, nell'altra mano, il programma della serata.
"Certo che è proprio bello il Pomodoro, eh?" Vabbè.
Quasi mi sembra di sentire le risate più o meno fragorose degli invitati e penso al panico che, invece, proveranno gli attori dietro le quinte.

- Andiamo? - Emanuele mi richiama alla realtà. Sa bene quanto potrei perdermi in simili pensieri.
Annuisco e ci incamminiamo a passo spedito verso il cuore di Brera dove, finalmente, potremo prender fiato.
Deformazione Milanese, la chiamo io: non importa dove stia andando e se hai o meno un appuntamento. Si corre. Così, a prescindere.
Corri per raggiungere l'obiettivo, e l'obiettivo è: "passeggiata in Brera".

E' Maggio, e l'atmosfera di questa primavera tardiva è davvero magica.
Sì. Amo Milano. O amo Milano a maggio.

domenica 11 aprile 2010

Neolaureati d' Italia, UNITEVI !!!


Il fatto che sia diventato improvvisamente DOTTORE cambia notevolmente le cose.
Come per esempio...mmm..
-.-'
Bah, ora non mi viene in mente nulla, ma son sicuro che qualcosa è cambiato.
O no?

E sarà anche il caso di smetterla con 'ste minchiate della soddisfazione personale e la cultura perchè:

a) Se voglio ricercare una soddisfazione personale, mi dedico a tutt'altre pratiche ben più creative e appaganti che 20 anni di studi.
b) La cultura, magari, posso farmela anche senza l'angoscia da prestazione d'esame.

Però almeno ci sono i confetti rossi. E la festa di Laurea. Che sono delle gran belle motivazioni direi.
Senz'altro più motivanti dello stipendio medio del neolaureato (850 euro se sei fortunato. Stage non rimborsato se sei umano.)

Eppure me l'avevan detto tutti: "Vai a fare l'idraulico! Guadagni un sacco e trombi di brutto!"
Ma io, spinto da uno spirito assai più nobile, non ho voluto sentir ragioni.
Pensadoci ora, però, i rubinetti continueranno a rompersi. Così come i cessi. Invece la Psicologia della Comunicazione è destinata a morire. Prima o poi qualcuno (leggi Ministro Gelmini) si renderà conto che spacciamo aria fritta. E sarà la fine.


Neolaureati d' Italia, unitevi!
Ho scoperto un posticino dove mangi di brutto e spendi pochissimo in pausa pranzo!

Peccato che non possa più usufruire dello sconto studenti, cacchio!

E meno male che il cinema sotto casa lo sconto studenti lo fa a tutti, a prescindere. Senza controllare. O mi sarei iscritto alla Magistrale per risparmiare 5 euro.

Ecco. Anche l'ultima mia motivazione fondamentale si è disciolta come lo smalto dei confetti rossi tra le mani.

martedì 9 marzo 2010

Alter-ego (per Fre)

(In risposta alla Fre: http://wannabefre.wordpress.com/2010/02/11/nei-panni-di-episodio-1/#comments )

E’ matematico. Quando tu sei in ritardo, il tuo treno è PUNTAULE. Guidato da guardie svizzere che volutamente non hanno fatto oliare i freni perchè tu, dalla parte opposta della stazione, in coda per il biglietto, possa sentirne l’agghiacciante stridio, seguito da una serie di “Mavvaff…!” degli aspiranti passeggeri dietro di te.
Ma oggi ho intenzione di scrivere una mail alle Ferrovie. Settore Risorse Umane. Passino i controllori-mastino, passi l’aria condizionata guasta e i finestrini bloccati e passino anche i 10 cent d’aumento trimestrali, ma: Cazzo! Questa cretina chi diavolo l’ ha assunta? Voglio dire, credo che CINQUE minuti per un dannato abbonamento siano un tantino troppi, no? Nella sua divisa di due taglie più grandi, viola melanzana che, per altro, le dà un non so che di epatite B, curva sulla tastiera che è sempre la stessa da generazioni, ma che lei ancora deve studiare dettagliatamente, mica che la M di Milano gliel’han spostata per scherzo e, come se non bastasse, quell’aria di sufficienza che sembra voler dire a-me-che-me-ne-frega-che-è-tardi? Ahò! Ma cretina di una decerebrata, vedi che se non ti dai una mossa io…
-Buonasera!- cerco di essere il più gentile possibile e sfoggio il più affabile dei sorrisi, ma niente. Ha lei il potere, ora.
-Dica.- Probabilmente il tono-mastino è da accordo sindacale, ma io, superiore, fingo di non farci caso.
-Un mensile Cesate-Milano, per favore.-
-Cesate?-
-Sì, Cesate-. E comincia a digitare.
- C-E-S-A- … – Ussignur! – …per…?! -
“Mi prendi per il culo?” – Per Milano!- rispondo, gettandole col pensiero i peggiorni insulti che mi vengono in mente.
- M-I-L-A- … – il ticchettio sulla tastiera sembra interminabile e scatena in me un odio viscerale che da un momento all’altro potrebbe abbattersi sulla strega maligna dei treni.
-Allora, Cesate-Milano, mensile. Tesserino? – è risorta, finalmente.
-A lei!- rispondo, visibilmente spazientita.
E intanto sento dietro di me alcuni “mavvaff…!” e numerosi sbuffi, ma cerco di non curarmene. Comincio piuttosto a immaginare venti persone in rivolta che si lanciano addosso alla cretina dall’altra parte del vetro e innalzando il monitor del computer come trofeo urlano “ANDIAMO A CASAAAA !” – “SIIII !!! ” e applausi, ovazioni, cori di ogni sorta e…
-Trentottoeuroequaranta. – La voce della permanentata mi riporta alla realtà e velocemente le allungo due banconote da 20 dalla finestrella sotto il vetro-proteggi-sputacchi.
- Quanranta centesimi? – Che faccia tosta.
-Non li ho, mi dispiace! – Mi spiace un cazzo! Non li ho sti maledettissimi 40 centesimi che ti ostini a chiedermi ogni fottutissimo mese da un anno a questa parte! Altrimenti te li farei mangiare, ci puoi scommetere, va bene?
-Va bene! – Oddio, mi legge nel pensiero! -Allora, l’abbonamento… – Lanciando la preziosa tessera magnetica che scivola a terra e, chinandomi per raccoglierla, PEM! Porca putt…! Sbatto la fronte contro lo spigolo del davanzale del gabbiotto. Perchè ’sta stazione, questo girone infernale, crollerà pure a pezzi, ma il davanzale di granito, quello no, non potevamo proprio farcelo mancare! Comunque, faccio finta di non sentire le risate che si trattengono a stento dietro di me e con noncuranza raccolgo il mio abbonamento e lo infilo nel borsello con un leggero ma persistente formicolio sopra il sopracciglio destro. Ridete, ridete. Tanto siete voi i prossimi.
E poi, davanti a me, una montagna di tintinnante monetine e la voce della pazza: – Dieci -TIN, venti -TIN, trenta -TIN, quaranta -TIN… -
Ancora un minuto e giuro che sbotto. Davvero. Le mani mi prudono e sento gli occhi inniettati di sangue.
- Dieci -TIN, venti -TIN, trenta – TIN, quaranta -TIN … -
Guardo spazientita l’orologio, ma con un gesto esageratamente teatrale, perchè tutti possano vedere che in realtà la VITTIMA sono io. La prigioniera. Del tempo. E della rincoglionita.
- Ecco!-
-Grazie e arrivederci! – Esulto quasi, quando riesco finalmente a liberarmi dalla morsa tirannica della quint’essenza della cattiveria.
E ora, ora, ” Corri! Corri più veloce che puoi ! Ce la puoi fare!” mi ripeto in maniera ossessivo-compulsiva. Coooorriiiii !
“iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiihhhhhhhhhhhhhhhh !!!!!!!!”
Mavvaff…!

domenica 7 marzo 2010

Count-down terminato.

Prendere o lasciare.
Così è. E non se vi pare. Così è. Punto.
Al momento giusto tutto tornerà indietro. E io sarò ben felice di accoglierlo. Ma per adesso, non intendo sottostare. Niente compromessi.

So bene chi ringraziare, so bene chi accusare.

E non mancherò. Giuro.
Solo qualche giorno ancora.